venerdì 8 febbraio 2013

Un post transfer come non avrei mai pensato

http://pinterest.com/pin/169659110933790575/
Dopo la stimolazione vissuta in modo dissociato, la vigilia del pick up con sorpresa..è arrivato un post transfer in cui per poco non finivo in ospedale.
E io che anche stavolta avevo deciso di andare in ferie e non mettermi in malattia, per poter vivere questo momento come una "vacanza", in totale relax!.Seeeee
Prima il medico che in sala operatoria mi tocca inavvertitamente la parete dell'utero con il catetere (neanche mi avesse visto per la prima volta). Lì capisco che le chance di un positivo, già basse prima, adesso sono quasi vicino a 0. Già, perchè come tutti sanno (tutti tranne Sam), il transfer deve avvenire senza traumi. 
Poi però penso che le altre volte è andato tutto benissimo eppure..non abbiamo avuto un buon risultato. In fondo, si è trattato di una piccola "grattatina" alla parete dell'utero. Niente di che. Magari non comprometterà il risultato.
Cerco di non pensarci.
Dormiamo una notte in hotel e mi sento benissimo. Poi partiamo. A casa inizio a stare male...ma non per quello che è successo in sala operatoria. Ho un dolore terribile a causa di un problema che si è sviluppato improvvisamente: le emorroidi!Non so che fare. Non posso prendere farmaci ma non riesco a resistere in queste condizioni. Quando vado in bagno vedo le stelle..per cui non ci vado! Al terzo giorno..la situazione diventa insostenibile.
Presa dalla disperazione, ieri mattina cerco su google il nome di un proctologo nella mia città. Non sapevo nemmeno che esistesse il "proctologo". Comunque ne trovo uno, lo chiamo e riesco a farmi vedere alle ore 12.45 della stessa mattina (poi mi dirà di aver colto una certa "preoccupazione" nel tono della mia voce..).
Alle 12.45 in punto sono sotto il suo studio. Mi aveva avvisato che sarebbe potuto arrivare in ritardo. Infatti non c'è. E non mi apre nessuno! Intanto nevica. Aspetto in macchina.. il dottore mi chiama e mi dice che arriverà a breve. 
Mi riceve alle 13.40. Un'ora di attesa al gelo.
In compenso, sono stata fortunata. E' un bravo specialista. Mi fa sdraiare su un fianco, utilizza una blanda pomata anestetica e mi visita. Si, avete capito bene. Sinceramente stavo così male che l'imbarazzo era quasi nullo. 
Oggi, dopo aver utilizzato le pomate che mi ha prescritto sto meglio.
Di "buono" c'è che non ho pensato minimamente ad alcun sintomo post transfer. E a differenza del solito, ho fatto fare le punture a Sam senza protestare, con la massima rassegnazione..ero talmente stremata dal dolore che non avevo la forza di pronunciare neanche una sillaba.
Anche se lo specialista lo ha escluso, credo che il mio corpo abbia reagito ai medicinali e alle bombe di ormoni ai quali lo sto sottoponendo.
Solo ora riesco a pensare che se anche ci fosse stata una minima possibilità d'impianto..dopo l'incidente in sala operatoria, tutto questo dolore non è di certo un incoraggiamento alla sopravvivenza.

sabato 2 febbraio 2013

La mia peggior nemica

http://pinterest.com/pin/174233079305218847/
Chissà perchè ho vissuto questa stimolazione lasciandomi trascinare dalla corrente. Ho fatto tutto quello che dovevo fare: iniezioni, monitoraggi ecografici, prelievi. Tutto secondo i programmi, neanche qualche piccolo disguido organizzativo del centro è riuscito a farmi innervosire.
Sarà l'esperienza. Sarà che mi sono detta "come va va, tanto non è che se ci credi di più le probabilità di successo sono maggiori". Fatto sta che tutto è filato liscio fino a 2 giorni prima del pick up.
Prima di partire per raggiungere il centro, tanto per non farmi mancare niente, ho fatto un giro di telefonate, perchè magari nei prossimi giorni avrò voglia di isolarmi e non sentire nesssuno. Così mi levo il pensiero. Ed ecco che in una di queste telefonate, sento quella domanda 
"Hai saputo la novita?"
Ho quasi paura di chiedere, perchè il mio intuito mi dice che si tratta di qualcosa che probabilmente non vorrei sapere in quel momento. Ma rispondo che no, non ho saputo di alcuna novità.
"C. è incinta".
Io e C. siamo cresciute insieme. Abbiamo la stessa età, abbiamo fatto le scuole insieme (anche se in classi diverse). E' stata per anni la mia migliore amica. Ci confidavamo su tutto. Poi, piano piano le cose sono cambiate. E non credo sia dovuto alla distanza geografica perchè ho delle amiche che vivono lontano e vedo una volta l'anno ma ogni volta è come se ci fossimo viste il giorno prima. Ci siamo allontanate. Sempre di più. Ultimamente avevo l'impressione che avessimo realmente poco da dirci. E non c'è cosa più triste che trovarsi di fronte ad una persona alla quale vuoi bene, che è stata per anni la tua migliore amica e sentirsi distante anni luce da lei.
Ormai abbiamo vite e interessi molto diversi. Ma non basta.
Qualche giorno fa ho rivisto dopo moltissimo tempo una vecchia amica con la quale durante l'adolescenza abbiamo condiviso gioie e dolori. La pensiamo in modo diverso su quasi tutto..eppure la sua sensibilità è simile alla mia e questo ci fa sentire vicine oggi come ieri.
Con C. non è più così. Ma questo basta a giustificare quel dolore che ho provato nel sentire la notizia della sua (ennesima) gravidanza?
No, non basta.
Sono stata male.
Forse perchè l'ho saputo da una terza persona e non da lei.
Forse perchè stavo per fare l'ultima iniezione prima della partenza.
Forse perchè mi sono sentita disperata, per noi.
Forse perchè ho pensato che attorno a noi chiunque riesce ad avere figli nelle situazioni più disparate, con facilità, mentre noi possiamo fare qualunque cosa e i figli non arrivano.
Forse perchè ho pensato che evidentemente Dio non vuole farci avere figli.
Forse, soprattutto, perchè, al di là della distanza, io a C. voglio tanto bene e non avrei voluto sentirmi così e mi sono odiata con tutta me stessa.

E' stata una reazione irrazionale, anche perchè ho tante amiche incinta e sono stata felice di sapere delle loro gravidanza.Ma loro mi hanno chiamato per comunicarmelo, con delicatezza. Forse è proprio questo il problema.

Dopo la partenza, dopo il pick up, ho metabolizzato la notizia e ripensato alle noi stesse di un tempo.
Oggi le ho scritto che le voglio bene. E' stata una liberazione.

La mia infertilità è la mia peggiore nemica perchè può tirare fuori la parte peggiore di me.